Si chiama "La voce della Toscana" ed è una lista, nata in questi giorni, che a Poggibonsi si presenterà alle elezioni comunali del 2009.
Promotore del movimento è Paolo Francesco Barbaccia. "Vogliamo dare voce a tutti gli abitanti e aiutare gli amministratori fare meglio per le nostre città - afferma Barbaccia - Ci rifacciamo al movimento Toscana Granducale, che è stato presente alle amministrative, raccogliendo un certo consenso.
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209 commenti:
«Meno recenti ‹Vecchi 201 – 209 di 209Federalismo/ Antonio Baldassarre (Presidente Emerito della Corte Costituzionale) ad Affaritaliani.it: abbattere la burocrazia statale..,
"Spostando le competenze a livello locale, è negativo e costoso per lo Stato mantenere corrispondenti funzioni statali". Intervista esclusiva di Affaritaliani.it ad Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale e uno degli esperti che ha collaborato alla stesura del nuovo Statuto della Regione Lombardia, sul federalismo fiscale.
Nel primo articolo dello Statuto lombardo è scritto che 'La Lombardia è Regione autonoma'. Questa forma lessicale sottintende una rivoluzione federalista per l'Italia?
"Rivoluzione federalista è una parola grande. Però sono poste le premesse per un'attuazione del principio costituzionale introdotto con la riforma del 2001, in base al quale le Regioni partecipano, al pari dello Stato, all'esercizio di determinate funzioni sovrane, esattamente quelle che sono definite negli articoli 117 e 118 della Costituzione".
Lo Statuto della Regione e il modello di federalismo fiscale lombardo vanno avanti di pari passo?
"La risposta è analoga a quella precedente. Secondo la mia interpretazione, anche in questo caso, vengono poste le condizioni affinché si possa sviluppare, nei limiti e nei principi stabiliti dalla Costituzione, il federalismo fiscale".
Con questo progetto complessivo, a quale nazione federale l'Italia assomiglierebbe di più?
"Dipende dal modello concreto che verrà stabilito quando il Parlamento delibererà sul federalismo fiscale. Sono modelli diversi e la scelta tra l'uno o l'altro è frutto di una decisione politica. Nello Statuto lombardo non c'è la definizione di questo o di quel modello, ma sono poste le premesse per una scelta che poi deve ancora fare il Parlamento nazionale".
Che cosa cambierà in concreto in termini di competenze regionali?
"Questo progetto prevede, come dice la Costituzione, materie di competenza esclusiva e altre materie concorrenti. Poi, soprattutto, sottolinea la possibilità della Regione di ampliare le materie che entrano in suo potere, attraverso l'applicazione di quella norma costituzionale che prevede forme particolari di autonomia contrattate dalla singola regione con lo Stato. E su questo punto lo Statuto della Lombardia è stato molto forte ed esplicito".
Quindi?
"E' chiaro che ogni Regione, a cominciare dalla Lombardia che è quella economicamente più forte, può contrattare con lo Stato queste forme particolari. E nello Statuto della Lombardia questo punto è messo con molta forza perché c'era già un'azione partita dallo stesso governo regionale".
Quindi sarà possibile un federalismo a geometria variabile sul modello della Spagna?
"E' già previsto dalla Costituzione, poi ovviamente dipende dalle singole regioni. Abbiamo sviluppato nello Statuto una potenzialità che era implicita nella Costituzione".
Alcune Regioni potrebbero essere più veloci e altre più lente...
"Non c'è alcun dubbio. Normalmente le Regioni del Nord sono più veloci di quelle del Sud. Però questa differenza può spronare le Regioni del Mezzogiorno a diventare più veloci".
Fine della tregua. E' di nuovo guerra
Di Davide Biassoni
La speranza, o forse l’illusione, di una “normalità” politica ed istituzionale sembrano vacillare: le lancette della Storia stanno forse tornando indietro, nuovamente, allo scontro fra classe politica e magistratura? Mercoledì, al Senato, ha avuto luogo una battaglia “d’altri tempi”, o almeno così ci si poteva augurare che fosse, poiché nessuno sentiva la necessità di un revival del vocabolario legato alle “toghe rosse” e, di converso, alle leggi ad personam.
Nel decreto sicurezza, che sarà approvato in via definitiva martedì 24, è stato incluso il tanto criticato emendamento Vizzini-Berselli: da un lato, priorità nei processi ai reati punibili con ergastolo o pena superiore ai 10 anni e a quelli ascrivibili alla criminalità organizzata o che prevedono procedimenti con rito direttissimo o giudizio immediato; dall’altro, sospensione per i processi penali relativi a fatti commessi fino al 30 giugno 2002 che si trovino in uno stato compreso tra la fissazione dell'udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado.
Scontro su Cuba/ L'Europa ha tolto le sanzioni stabilite nel 2003. Irritazione degli Usa e dei dissidenti..,
L'Europa crede nel processo di riforma avviato a Cuba da Raùl Castro e per incoraggiarlo decide di togliere le sanzioni stabilite nel 2003 e sospese temporaneamente nel 2005, pur sapendo di fare cosa poco gradita a Washington. Un accordo in merito, raggiunto nel corso di una riunione ministeriale a margine del vertice a Bruxelles, è stato annunciato nella tarda serata di giovedì. "I ministri degli esteri dei 27 hanno deciso di togliere le sanzioni imposte nel 2003 e di avviare una nuova fase nelle relazioni con Cuba, senza queste sanzioni che non sono servite a molto, se non a nulla": così il ministro degli esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos ha annunciato questa mossa che ha suscitato non poco malumore tra i dissidenti cubani e che anche gli americani avevano fatto sapere di non gradire affatto.
Reticenti anche Germania, Repubblica Ceca e Svezia, che hanno chiesto e ottenuto di sottoporre il dialogo con Cuba "ad una valutazione annuale. Tra un anno - ha spiegato il ministro spagnolo - dovremo valutare i risultati del dialogo politico, anche nel campo dei diritti umani, ma non verrà valutata l'eliminazione delle sanzioni, quelle sono tolte definitivamente". "Ora - ha continuato il capo della diplomazia spagnola - si apre una nuova tappa, in cui tutto potra' essere discusso, compresi i diritti umani e la nuova situazione a Cuba. La Spagna vuole che si facciano passi concreti per superare la sfiducia e per porre le condizioni perché in futuro si possa arrivare ad un accordo di associazione con Cuba".
L'Ue in stallo/ Il Trattato di Lisbona? Se ne riparla ad ottobre..,
Il Consiglio Europeo decide di tornare sulla questione del trattato di Lisbona il prossimo 15 ottobre, al primo summit sotto la presidenza francese, per "esaminare la via da seguire". E' quanto si afferma nella bozza di conclusioni del vertice di Bruxelles proposta dalla presidenza di turno slovena. Il Consiglio Europeo prende atto che "occorre più tempo" per esaminare la situazione del Trattato e che l'Irlanda "procederà attivamente" in consultazioni interne e con i partner per "proporre una via di uscita", prosegue la bozza.
Il vertice nelle sue conclusioni prende atto che già si sono avute 19 ratifiche da parte dei paesi membri del Trattato di Lisbona e che le ratifiche "proseguono in altri paesi". Il Consiglio conferma inoltre la sua volontà di "occuparsi dei cittadini" e di raggiungere "risultati concreti" nelle politiche che "preoccupano i cittadini". Secondo le previsioni il vertice europeo, che si chiude oggi, non è quindi riuscito a trovare un accordo alla crisi istituzionale nata dal no irlandese alla ratifica del Trattato di Lisbona e ha rinviato a ottobre la trattativa.
In merito alla decisione, clamorosa, di Umberto Bossi di impegnare la Lega a votare il Trattato di Lisbona, Affaritaliani.it ha interpellato Mario Borghezio, esponente del Carroccio che ha festeggiato la vittoria del no in Irlanda e che è tra i più contrari alla Carta. "Certamente è una decisione spiegabile solo con l'intenzione di non creare dissonanze all'interno della coalizione di governo, nella quale il premier vuole imprimere una svolta alla politica europea. Bossi esprime fiducia in questa svolta, però nel cdm siamo parte integrante e possiamo condizionare le decisioni. Ho imparato fin dall'inizio della Lega ad avere fiducia in Bossi e la mantengo anche in questa occasione. Anche se non posso nascondere che il mio cuore è con gli irlandesi e tutti quelli che si battono per un'Europa molto diversa rispetto a quella di Bruxelles. Spero che la 'drizzata' che Berlusconi vuole dare non vada nella direzione di darci più burocrazia e tecnocrazia, ma vada nel senso di affermare maggiori diritti dei popoli, delle nazioni e delle regioni. Se così è, questa decisione può essere positiva. Le parole di Bossi dicono che dobbiamo ratificare il Trattato, ma il corso della storia politica e giuridica dell'Europa è stato stoppato. Grazie a Dio e al voto degli irlandesi quel tipo di costruzione per forza di cose cambierà. Nulla sarà più uguale a prima, qualunque cosa noi facciamo. E questo mi fa enormemente piacere".
"Lo stupro è un'arma di guerra"/ Una risoluzione dell'Onu (unanimità) chiede la fine delle violenze sessuali contro i civili
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità una risoluzione che classifica lo stupro come un’arma di guerra. Con questa decisione il Consiglio chiede la fine delle violenze sessuali contro i civili, una pratica molto diffusa nelle zone di guerra.
Il documento definisce lo stupro come una tattica di guerra e una minaccia alla sicurezza internazionale. Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki Moon, ha denunciato come la violenza contro le donne abbia ormai raggiunto "proporzioni inaudite" in alcune società.
Il testo, definito "storico" dalla organizzazioni in difesa dei diritti dell’uomo, considera la violenza sessuale come una tattica di guerra "per umiliare, dominare, instillare paura, cacciare e/o obbligare a cambiare casa i membri di una comunità o di un gruppo etnico".
Durante il dibattito al Consiglio - scrive la Bbc - Ban Ki Moon ha dichiarato: "Per rispondere alla guerra silenziosa contro le donne e le ragazze è necessaria una leadership a livello nazionale". Per il segretario generale le Nazioni Unite sono chiamate ad aiutare gli stati a "costruire questa capacità" e a "sostenere la società civile".
Usa/ L'ira di Obama: "Giù le mani da Michelle". E rompe il patto con McCain sui finanziamenti pubblici..,
All'inizio della campagna elettorale Barack Obama aveva detto che sarebbe stato pronto ad accettare il sistema pubblico di finanziamento - e i limiti di spesa che ne derivano - per finanziare la sua corsa alla Casa Bianca, se anche il rivale repubblicano avesse fatto lo stesso. Il senatore tuttavia ha rotto la sua promessa, annunciando che non accetterà i fondi pubblici ma userà le ricche risorse della sua campagna elettorale, che si è dimostrata una macchina eccezionale nella raccolta fondi.
Una decisione destinata a suscitare le ire della controparte, John McCain, che invece già da tempo ha annunciato la sua scelta di accettare il finanziamento pubblico, anche perchè la sua raccolta fondi non è stata abbondante come quella del democratico.
Era dai tempi del Watergate che i candidati di entrambi i partiti non rinunciavano ai soldi pubblici. Troppo bruciante, lo scandalo che aveva inguaiato i vertici dell'Elefante repubblicano, fino a coinvolgere Richard Nixon. Obama rompe quello che era diventato un tabù, preferendo il coraggio alla coerenza con le intenzioni originarie di aderire al finanziamento pubblico e rischiando l'accusa di tornacontismo. Che, puntualmente, arriva un'ora dopo l'annuncio. John Mc Cain non poteva farsi sfuggire l'occasione. Accusando Obama di essere uno spergiuro, l'uomo che i repubblicani hanno scelto per la Casa Bianca ha lasciato che Jill Hazelbaker, suo capo della comunicazione, inchiodasse Obama al ritratto del "tipico politico che fa e dice ciò che conviene a se stesso". "Il vero test di un candidato", ha aggiunto Hazelbaker, "è restare fermi sui principi e mantenere la parola data di fronte al popolo americano".
"GIU' LE MANI DA MICHELLE". Nel giorno in cui Michelle Obama rilancia la sua nuova immagine, per rispondere alla campagna denigratoria che la ha descritta come una "nera arrabbiata", il marito lancia un monito netto agli avversari, giù le mani dalla mia famiglia. "Credo che le famiglie siano off limits - ha detto in un'intervista alla Cbn - io non considererei mai Cindy McCain un argomento della campagna elettorale. E se vedessi persone che lo fanno, esprimerei la mia condanna: il fatto che non ho visto questa condanna da parte di John McCain mi dispiace".
Parole secche che hanno costretto la campagna del repubblicano subito ad una replica difensiva: "Il senatore McCain è d'accordo con il senatore Obama sul fatto che le mogli non dovrebbero essere oggetto di campagna elettorale ed ha espresso più volte questa posizione: purtroppo, quando il comitato democratico ha attaccato la signora McCain, il senatore Obama non ha avuto abbastanza forza per condannarlo pubblicamente".
Fine ingloriosa/ Michela Brambilla vende per un euro la tv dei Circoli della Libertà. A rilevarla Forza Italia
Prima il Giornale delle Libertà e ora anche la televisione. L'esperienza editoriale di Michela Vittoria Brambilla, la rossa di Lecco che tanto piace (o piaceva) al Cavaliere, è finita in un modo a dir poco inglorioso. Il 22 maggio, nella sede milanese di Forza Italia, il sottosegretario con delega al Turismo e l'ex direttore della Fininvest Salvatore Sciascia hanno venduto rispettivamente il 70 e il 30 per cento della Vittoria Media Partners, la società editoriale legata ai Circoli della Libertà.
Michela Vittoria Brambilla
Gallery
Dall'altra parte del tavolo, nelle vesti di compratore, c'era il senatore Sandro Bondi, in rappresentanza del partito di Silvio Berlusconi. Gli azzurri hanno quindi rilevato il 100 per cento della VMP, capitale sociale 100mila euro. Il prezzo? Politico. Due euro in tutto: uno per la Brambilla e uno per l'ex dirigente della Fininvest.
2008071
PARTITO DELLA
Alternativa Monarchica
Segreteria politica P.d.A.M.
COMUNICATO STAMPA
26/06/2008
Oggetto: Achille della Ragione
La Segreteria politica del Partito della Alternativa Monarchica comunica la propria solidarietà al dottore Achille della Ragione, ginecologo, che è stato sottoposto a fermo giudiziario a causa di quelli che vengono definiti dai mass-media “aborti clandestini”. Il P.d.A.M., senza voler entrare nel merito sull'azione giudiziaria in corso né sulla specifica questione aborto, ritiene che la così detta clandestinità sia fuori causa dato che il dottore della Ragione ha sempre ampiamente esposto pubblicamente, tramite numerose pubblicazioni, la propria posizione in merito. Si ritiene pertanto che la definizione “clandestino” non sia corretta.
La Segreteria politica
Comunicato Stampa n. 123 del 26 Giugno 2008
San Benedetto il Moro percorre le vie del mondo in Dvd
Venerdì 27 giugno 2008 dalle ore 18 nel Convento di Santa Maria di Gesù, presentazione del DVD sulla vita di San Benedetto il Moro, messaggero di pace, solidarietà, integrazione, tolleranza, vissuto nella seconda metà del 1500 e compatrono della città di Palermo.
Il DVD, dal titolo “San Benedetto il Moro percorre le vie del mondo” prodotto dall’Associazione Pittographiae, regia di Pietro Maniscalco, è condotto dalla giornalista Melinda Zacco, presidente dell’Associazione.
L’iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali ed Ambientali. Alla cerimonia di presentazione interverranno l’Assessore ai Beni Culturali ed Ambientali della regione Siciliana, on. Antonello Antinoro, il dirigente Generale del Dipartimento dei Beni Culturali ed Ambientali ed Educazione Permanente, Romeo Palma ed il funzionario delegato dello stesso Assessorato, Giuseppe Dragotta, il parroco frà Fernando Trupia, i quali ciascuno per le proprie competenze illustreranno le motivazioni e le cause che hanno indotto tale iniziativa artistico-culturale.
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