venerdì 25 luglio 2008

Proteste: l'accesso al centro non è gratuito per i residenti






La Nazione, venerdì 25 luglio, VALDELSA


ZTL - Il movimento La Voce della Toscana: costi burocratici per avere il pass residenti

ALTRO CHE GRATIS, le nuove autorizzazioni all'ingresso nel centro storico di Poggibonsi costano eccome. Lo sostiene, carte alla mano, il fondatore del movimento "La Voce della Toscana" Paolo Francesco Barbaccia, che prova anche a riderci su prendendo a prestito la più famosa scena del celebre film con Roberto Benigni e Massimo Troisi: "Centro storico: un fiorino! Non ci resta che piangere? - si chiede fra l'ironico e l'arrabbiato - Nella brochure che accompagnava la lettera con cui il Comune ci informava che dal 14 luglio sarebbe entrata in vigore la riorganizzazione dell'accesso al centro storico della città, si diceva che per i residenti e gli esercenti delle attività della zona il rilascio delle autorizzazioni all'accesso sarebbe stato gratuito. Si va a prendere questa benedetta autorizzazione, ma ora chiedo se due marche da bollo che abbiamo dovuto comprare, più 10 euro che abbiamo dovuto versare al servizio di tesoreria del Comune equivale a gratuito". Evidentemente la prassi conta più della volontà e la gabella è servita. " E' un'operazione così dovrebbe rivalutare il centro storico? - si chiede ancora Barbaccia - Dopo una rivalutazione in questa maniera, la gente offesa se ne andrà via e il centro si svuoterà. Non ci chiedono più se siamo d'accordo: i parcheggi, la sosta, il transito a pagamento... tutto diventa un dato di fatto perché qualcuno ha deciso che per noi sarà meglio così".

1 commento:

Editore BlogDigest ha detto...

Chi ha abrogato le Leggi razziali in Italia?


Lo sapevamo, ma comunque abbiamo voluto fare una verifica.

Nel nostro sito www.monarchici.org abbiamo lasciato per due giorni la domanda: Chi ha abrogato le Leggi razziali in Italia”, con quattro possibilità di scelta: il Governo De Gasperi, Vittorio Emanuele III, Umberto II e “non so”. (ora la domanda è stata levata)
Ebbene, solo il 37,9% ha risposto esattamente indicando il nome del Re Vittorio Emanuele III.

Se consideriamo che ci riferiamo ad un sito che è frequentato prevalentemente da monarchici, pure nella limitatezza del nostro sondaggio, traiamo la conferma che il 60% degli Italiani non conosce la storia italiana recente.Conferma che ci viene non solo per una Scuola che non insegna tutte le verità, quelle scomode ad una parte politica sinistrorsa in particolare, ma anche dal fatto che nessuna Televisione o Giornale, in questi giorni di celebrazioni, si è preoccupato di dare una compiuta e corretta informazione che noi sollecitiamo.

Fu infatti il Re Vittorio Emanuele III, con il legittimo Governo Italiano trasferitosi - non fuggito - da Roma a Brindisi, a porre fine alle vessazioni conseguenti alle Leggi volute da chi governava l’Italia nel 1939. Quelle norme per la reintegrazione dei cittadini italiani e stranieri considerati di razza ebraica nei territori italiani, liberi dalla occupazione tedesca, furono tra i primi atti deliberativi promulgati dopo l’otto settembre del 1943 dimostrando quale fosse il rinnovamento che il Regno d’Italia, libero dal fascismo, stava assumendo. Alle origini del processo di abrogazione delle leggi razziali emanate dal fascismo e di reintegrazione nei diritti dei cittadini italiani e stranieri già dichiarati appartenenti alla “razza” ebraica vanno posti il Regio Decreto Legge 20 gennaio 1944, n. 25 “Disposizioni per la reintegrazione nei diritti civili e politici dei cittadini italiani e stranieri già dichiarati di razza ebraica o considerati di razza ebraica” e il Regio Decreto Legge 20 gennaio 1944, n. 26, contenente disposizioni per la reintegrazione nei diritti patrimoniali dei cittadini italiani e stranieri già dichiarati o considerati di “razza ebraica”.

Questi due decreti posero le basi per l’elaborazione di una normativa sui temi dell’attività restitutoria, risarcitoria e riparatoria, destinata a svilupparsi, articolarsi e definirsi nell’arco di un cinquantennio in verità con non poche difficoltà. Il rdl 26 disponeva, oltre alla abrogazione della normativa emanata in materia dal regime fascista, modalità e procedure per la retrocessione degli immobili trasferiti e delle aziende alienate o rilevate in base alla legge del 1939. L’urgenza della pubblicazione ed applicazione delle disposizioni per la reintegrazione degli ebrei nei diritti patrimoniali si palesava all’indomani della liberazione di Roma, il 4 giugno 1944, sede della principale comunità ebraica del paese, investita, nei nove mesi dell’occupazione tedesca, dalle conseguenze della normativa in materia emanata dalla Repubblica Sociale Italiana e dalle razzie direttamente effettuate dalle forze tedesche.

Il Movimento Monarchico Italiano, ribadendo quanto già dichiarato in passato considera dissennate le Leggi Razziali Italiane, auspica che sia data a tutti la possibilità di conoscere non solo chi ratificò quanto deciso dal Governo Fascista in carica nel 1939, ma anche chi le abrogò non appena ve ne furono la condizioni