condividendo in pieno.
Piangiamo e preghiamo per le centinaia
di disperati migranti (uomini, donne e bambini) morti nelle acque del
Mediterraneo, gettati in mare da infami schiavisti senza scrupoli.
Ringraziamo le nostre Forze Armate e dell’Ordine, i Volontari (in prima
fila
quelli dell’Ordine di Malta), i marinai e i pescatori, tutto il popolo
di Lampedusa, per come stanno affrontando questa tragica emergenza
umanitaria.
La colpa di questa immigrazione epocale è del mondialismo, ovvero: dello sfruttamento economico dell’Africa da parte delle multinazionali e dell’alta finanza, del sostegno a regimi dittatoriali incapaci e corrotti, del crescente estremismo e terrorismo islamico, delle primavere arabe (in Libia come in Siria) e degli interventi “democratici” militari USA che hanno solo aggravato la situazione di instabilità politica e sociale, e, infine, della completa assenza di questa Europa dei banchieri e dei burocrati che pensa solo a tutelare i “poteri forti”.
Ma il vero problema storico è stata la decolonizzazione forzata dell’Africa, con l’Europa che ha abbandonato quei popoli a se stessi. Nazioni arabe ed africane, frettolosamente, disegnate da “squadra e compasso” (in senso sia geografico che massonico) dove non si è minimamente tenuto conto delle stratificate e millenarie differenze etniche, religiose e tribali e della atavica, quanto oggettiva ed evidente, incapacità di questi popoli di organizzarsi, governarsi e sfruttare la loro terra che, è giusto ribadirlo, è ricchissima di risorse naturali e materie prime.
Per essere ancor più chiari (anche se “politicamente scorretti”): l’Italia e l’Europa non sono terre di immigrazione ma Civiltà di colonizzatori. I popoli africani stavano sicuramente meglio (se volente meno peggio) sotto i regimi coloniali europei. Non dovrebbero essere, quindi, gli immigrati disperati ad “invadere” la nostra patria ma dovremmo essere noi ad andare (tornare) da loro, portando non solo aiuti umanitari e materiali (soldi che finiscono quasi sempre per arricchire pochi ras locali), ma cultura, istruzione e lavoro, ordine e disciplina, per renderli realmente consapevoli e finalmente autonomi ma ci vorranno decenni.
Intanto, è giusto, doveroso e sacrosanto piangere, pregare e salvare chi sta annegando nel “Mare Nostrum” ma: non facciamoci fregare da chi, approfittando di questa emergenza, strumentalizzandola politicamente, vuole minare, ancor di più la nostra sicurezza e la nostra identità di popolo e di nazione, spalancando le porte all’immigrazione extra-europea e regalando la nostra cittadinanza a degli “sconosciuti” che non appartengono alla nostra storia, alla nostra cultura ed alla nostra civiltà bianca, latino-germanica e cristiana.
La colpa di questa immigrazione epocale è del mondialismo, ovvero: dello sfruttamento economico dell’Africa da parte delle multinazionali e dell’alta finanza, del sostegno a regimi dittatoriali incapaci e corrotti, del crescente estremismo e terrorismo islamico, delle primavere arabe (in Libia come in Siria) e degli interventi “democratici” militari USA che hanno solo aggravato la situazione di instabilità politica e sociale, e, infine, della completa assenza di questa Europa dei banchieri e dei burocrati che pensa solo a tutelare i “poteri forti”.
Ma il vero problema storico è stata la decolonizzazione forzata dell’Africa, con l’Europa che ha abbandonato quei popoli a se stessi. Nazioni arabe ed africane, frettolosamente, disegnate da “squadra e compasso” (in senso sia geografico che massonico) dove non si è minimamente tenuto conto delle stratificate e millenarie differenze etniche, religiose e tribali e della atavica, quanto oggettiva ed evidente, incapacità di questi popoli di organizzarsi, governarsi e sfruttare la loro terra che, è giusto ribadirlo, è ricchissima di risorse naturali e materie prime.
Per essere ancor più chiari (anche se “politicamente scorretti”): l’Italia e l’Europa non sono terre di immigrazione ma Civiltà di colonizzatori. I popoli africani stavano sicuramente meglio (se volente meno peggio) sotto i regimi coloniali europei. Non dovrebbero essere, quindi, gli immigrati disperati ad “invadere” la nostra patria ma dovremmo essere noi ad andare (tornare) da loro, portando non solo aiuti umanitari e materiali (soldi che finiscono quasi sempre per arricchire pochi ras locali), ma cultura, istruzione e lavoro, ordine e disciplina, per renderli realmente consapevoli e finalmente autonomi ma ci vorranno decenni.
Intanto, è giusto, doveroso e sacrosanto piangere, pregare e salvare chi sta annegando nel “Mare Nostrum” ma: non facciamoci fregare da chi, approfittando di questa emergenza, strumentalizzandola politicamente, vuole minare, ancor di più la nostra sicurezza e la nostra identità di popolo e di nazione, spalancando le porte all’immigrazione extra-europea e regalando la nostra cittadinanza a degli “sconosciuti” che non appartengono alla nostra storia, alla nostra cultura ed alla nostra civiltà bianca, latino-germanica e cristiana.
Noi amiamo il nostro prossimo ma anche la giustizia e la verità!
Nessun commento:
Posta un commento