giovedì 25 settembre 2008

"Cara Infermiera, ti scrivo..." o "Divieto di sbagliare"

Un estratto dalla lettera aperta della signora appena operata alla colecisti nell'Ospedale di Campostaggia Valdelsa a tutti gli operatori sanitari.

"Oggi durante la trasmissione Forum è stata pronunciata la seguente frase -"ma perché in Italia tutti chiedono subito il risarcimento danni invece di parlare e chiarirsi in modo pacifico e umano?" Vorrei proprio parlarne e chiarire le cose in modo umano.
Per fortuna, nel mio caso un danno non c'è stato, al meno credo.
Ma comincio dall'inizio.
Non ho esitato un attimo di scegliere l'ospedale di Poggibonsi per la mia eventuale operazione. Ho avuto il modo di apprezzare l'ambiente prima e questo luogo mi ha dato fiducia in tutti i sensi.
Però se anche non sono superstiziosa, la data 13 di settembre scelta per l'operazione mi ha suscitato una piccola ansia. Quando ho visto però che mi hanno disegnato la camera numero 17, quel involuto pensiero è tornato a frullare per la testa: "Ma in somma, che cosa mi deve capitare a causa di questi due numeri poco gradevoli?"
Ripeto, non sono superstiziosa, ma quando aspetti di essere chiamata per un intervento chirurgico, per qualche attimo puoi anche cedere davanti alle legittime ansie e paure.
Comunque l'operazione è andata in modo soddisfacente e il futuro prometteva di tornare sereno.
Il giorno dopo l'operazione, la mattina ero a fare le abituali procedure prescritte. L'antibiotico mi è stato già trasfuso, e da mezzora aspettavo che sgocciolasse la seconda flebo per proseguire con la terza in attesa. Il mio sguardo vagava per la stanza. Ogni tanto scambiavo qualche parola con mio marito e con la signora, mia vicina di stanza, rimasta questa mattina stranamente senza trasfusione. Alla domanda posta all'Infermiera a proposito delle flebo per lei, ha ricevuto una risposta-"Per Lei oggi - niente".
Quando il mio sguardo per qualche secondo si è fermato sul flacone capovolto della flebo, all'inizio non ho percepito bene che il 17/1 non fosse il mio numero di letto. Ma quando in seguito, sotto il numero sono riuscita a leggere il cognome capovolto, e non era mio, ma quello della mia vicina di stanza, ancora non credula sono riuscita a pronunciare: "Questa flebo non è mia!" Non erano i miei nemmeno altri 0,5 litri di sostanza che aspettava il suo turno sul mio comodino.
Ho chiamato l'imfermieria, dicendo che mi stanno trasfondendo la flebo altrui.
Cosi pochi minuti dopo tutte e due sostanze si sono traslocate dal mio comodino sul quello della signora F. e nella sua vena.
Abbiamo tutti fatto finta che non fosse successo niente: non c'erano vittime, danni evidenti, conseguenze immediati. E spero che quelle sostanze mimetiche, come le hanno chiamati, non erano nocive per me.
Ma il fatto sempre grave rimane e non lo si può negare: mi hanno somministrato la sostanza non destinata a me.
Quando il terzo giorno non mi hanno fatto l'antibiotico, ma il quarto giorno invece "sì", ho capito che qualcosa non andava. Suppongo che ciò è stato dovuto ad una distrazione, ad una stanchezza di una persona sola che dopo quel giorno non l'ho vista più, come non sono più accadute sorprese spiacevoli.
Non voglio un risarcimento perché spero di non aver subito un danno irreversibile dalla flebo sbagliata, ma dire un'altra volta per quanto è importante di essere estremamente attenti quando si tratta della salute e della vita, lo voglio fare "sì". Altrimenti né indagini, né tribunali, né autopsie non potranno risarcire una vita persa o invalidata.
Segnalando questo sbaglio che poteva essere anche fatale, non ho esitato ad esprimere ai medici anche la mia gratitudine per quanto stanno facendo per i malati.
Il Reparto di Chirurgia Generale e tutte le persone di questo reparto lavorano come i membri d'orchestra. Lo Staff infermieristico è una squadra dei professionisti e sono le persone cordiali e caritatevoli.
Si dice "che non fa niente-non sbaglia mai". E' proprio così. Ed è per questo che mi muove una semplice compassione umana verso l'infermiera sbadata che poteva essere una causa della disgrazia per me e la mia famiglia, ma per fortuna non è successo niente.
Cara Infermiera, cerchi di non sbagliare! E' estremamente difficile lavorare nel Suo ambiente, ma Lei, come i Suoi colleghi, come i medici, non potete sbagliare, non dovete sbagliare! La nostra vita e quella dei nostri cari dipende da voi!"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve,
anche io ho da pochi giorni subito un intervento chirurgico presso il reparto di Chirurgia Generale Campostaggia di Poggibonsi. Appena in grado di farlo, ho cercato sul web un modo per poter lasciare una piccola traccia di riconoscenza verso tutte quelle persone che mi hanno sostenuto ed aiutato, oltre che dal punto di vista medico, anche da quello morale. Non nego di essere un "fifone", tutto ciò che concerne la sanità mi atterrisce, anche dover ingoiare una pillola, figuriamoci quello che è stato il mio percorso diagnostico ed il successivo intervento chirurgico (il primo della mia vita di 39enne!!!). In tutto ciò, non posso che ringraziare tutto il personale, dal primario Dott. Benvenuti, a tutti gli aiuti, gli infermieri, fino anche al personale delle pulizie, che sempre hanno saputo regalare un sorriso, una parola di conforto, un gesto di coraggio. Certo, anche io ho avuto momenti di sconforto: sono stato ricoverato d'urgenza per una diagnosi che, solo grazie ad ulteriori accertamenti si è rivelata inesatta, successivi accertamenti ed analisi, che hanno richiesto più tempo del necessario, una piccola dimenticanza nella somministrazione di un antibiotico (iniziato il giorno successivo) hanno messo alla prova i miei già fragili nervi di paziente "impaziente". Però nessun episodio ha o avrebbe mai potuto minare la mia stima e la totale fiducia nel personale. Io sono abituato a giudicare le persone alle quali accordare fiducia conoscendole (per quanto mi è possibile) ed anche se la posta in gioco in questo caso era molto alta, il mio istinto ha avuto ancora ragione. Non nego di nutrire ancora "diffidenza" verso alcuni aiuti medici ed alcune delle infermiere, con i quali non si era instaurato un certo feeling, ma ciò non ha guastato il mio senso di assoluta riconoscenza verso tutto il reparto, che desidero ancora una volta ringraziare calorosamente.
Fabio

Anonimo ha detto...

Salve,
anche io ho da pochi giorni subito un intervento chirurgico presso il reparto di Chirurgia Generale Campostaggia di Poggibonsi. Appena in grado di farlo, ho cercato sul web un modo per poter lasciare una piccola traccia di riconoscenza verso tutte quelle persone che mi hanno sostenuto ed aiutato, oltre che dal punto di vista medico, anche da quello morale. Non nego di essere un "fifone", tutto ciò che concerne la sanità mi atterrisce, anche dover ingoiare una pillola, figuriamoci quello che è stato il mio percorso diagnostico ed il successivo intervento chirurgico (il primo della mia vita di 39enne!!!). In tutto ciò, non posso che ringraziare tutto il personale, dal primario Dott. Benvenuti, a tutti gli aiuti, gli infermieri, fino anche al personale delle pulizie, che sempre hanno saputo regalare un sorriso, una parola di conforto, un gesto di coraggio. Certo, anche io ho avuto momenti di sconforto: sono stato ricoverato d'urgenza per una diagnosi che, solo grazie ad ulteriori accertamenti si è rivelata inesatta, successivi accertamenti ed analisi, che hanno richiesto più tempo del necessario, una piccola dimenticanza nella somministrazione di un antibiotico (iniziato il giorno successivo) hanno messo alla prova i miei già fragili nervi di paziente "impaziente". Però nessun episodio ha o avrebbe mai potuto minare la mia stima e la totale fiducia nel personale. Io sono abituato a giudicare le persone alle quali accordare fiducia conoscendole (per quanto mi è possibile) ed anche se la posta in gioco in questo caso era molto alta, il mio istinto ha avuto ancora ragione. Non nego di nutrire ancora "diffidenza" verso alcuni aiuti medici ed alcune delle infermiere, con i quali non si era instaurato un certo feeling, ma ciò non ha guastato il mio senso di assoluta riconoscenza verso tutto il reparto, che desidero ancora una volta ringraziare calorosamente.
Fabio