venerdì 17 aprile 2009

Voglio vivere così? I falsi profeti della libertà e "De Iuventute Italica"











Finalmente dopo tanto tempo a Poggibonsi mi sono trovato ad ascoltare qualcosa che mi rispecchia.
"La Voce della Toscana" da sempre accentua l'assenza dei luoghi e centri di aggregazione per i cittadini, per i giovani.
Di questo e d'altro si è parlato il 16 aprile al convegno "De Iuventute Italica. Volontari in Abruzzo o bulli senz'anima?", svoltosi presso il Caffe' Politeama di Poggibonsi, nel quale hanno partecipato Renato Farina, deputato del Pdl, Irma Casula, presidente nazionale del Modavi Onlus e Lapo Lanfredini, presidente dell'Associazione Terra di Mezzo Poggibonsi.
L'Onorevole Farina ha toccato i punti dolenti della società e ci ha mandato un messaggio chiaro e forte che pur vivendo nell'Europa vincolati con della Carta Costituzionale Europea,
niente ci dovrà impedire a seguire il meglio delle tradizioni per ritrovare i propri principi e trasmetterli ai giovani.
Era confortevole di vedere nell'aula i ragazzi e i genitori ad ascoltare le testimonianze su "De Iuventute Italica" diversa dallo stereotipo mediatico moderno.
Siamo pronti a criticare, a richiamare, a puntare il dito verso i giovani...
Un figlio nasce come un foglio vuoto e cresce osservando i propri genitori. Niente al mondo gli potrà impedire ad imitare un buon genitore, ma se quest ultimo non è all'altezza
di essere "un maestro", un educatore, se il genitore cerca di vivere la propria vita e la propria libertà con l'ansia di sprecare il tempo, occupandosi dei figli, allora non dobbiamo meravigliarci di aver perso l'amore e il rispetto della prole che scegli di seguire altri profeti. L'autorità degli adulti, la loro credibilità arriva dall'esempio personale di essere noi sinceri, leali, giusti, pazienti, socievoli, altruisti.
La generazione del Sessantotto con la scusa della libertà ha smesso di crescere figli, lasciandoli in balia dei tormenti adolescenziali, dei falsi profeti, in preda di alcol, droga, piaceri sfrenati a tutti costi,alla desolazione, ai disturbi psicologici, ai suicidi.
Non abbiamo diritto di lamentarci dei nostri figli perché loro rispecchiano noi, i genitori che non abbiamo saputo distinguere i veri valori della vita dalle "gioie artificiali", e non siamo stati capaci ad essere la guida spirituale per i figli.
Quindi è colpa nostra ed è colpa degli stereotipi della vita sociale che ci spinge a fare le cose che spesso non avremmo voluto fare.
Invece bisogna fermarci un attimo, riflettere, ragionare. Dobbiamo ribellarci davanti ad una imposizione da parte della società degli standard sociali privi di fondamenta morali. Non voglio ritrovarmi a vivere in una società dove l'introduzione e l'imposizione delle libertà altrui mi impediscono a crescere i figli secondo le mie verità. Non voglio che barzelletta che racconta di un novello padre, che alla domanda dei colleghi "chi è nato maschio o femmina?", risponde "quando crescerà il bambino deciderà da se chi vuole diventare" diventi un realtà e normalità. Chiunque è libero di esistere e seguire il proprio credo, ma nessuno mi deve impedire a dire la mia e a seguire il mio credo non violando quello degli altri. Non si tratta solamente della questione dei transgender che ieri si riteneva un fenomeno immorale, ma oggi non lo è più. Anche mini gonna ieri era immorale, ma oggi siamo andati oltre perché abbiamo voluto dissacrare il nostro corpo.
Andando in questa direzione chi mi assicura che domani i pedofili non ottengono gli stessi diritti umani come quelli dei transgender? O chi mi assicura che domani non introducono in Italia le "stanze del buco" e un po' di droga in tasca sarà uguagliata alla siringa di insulina salva vita per i diabetici.
Basta, non voglio più fantasticare.
Numerosi o pochi che siamo rimasti, vorrei che potessimo raccogliere i brandelli della tradizione italiana e impegnarci con tutta l'anima "nell'azione di recupero e di correzione delle storture ideologiche post-sessantottine", "cessando definitivamente il processo di demolizione della famiglia tradizionale, preferendo invece tutte le iniziative opportune per valorizzare l'Istituzione famigliare, quale luogo principe di sviluppo e crescita delle nuove generazioni" citando l'Onorevole Renato Farina.
"La Voce della Toscana" sceglie sì per la famiglia e "de Iuventute Italica" più felice e con futuro migliore.
Paolo Francesco Barbaccia Viscardi, promotore del movimento "LA VOCE DELLA TOSCANA"

Voglio vivere così?












Qui abbiamo voluto esagerare, ma dobbiamo sapere dove andiamo
e cosa vogliamo.
LA VITA E' BELLA! E DEVE ESSERE COSI ANCHE PER COLORO
CHE ARRIVANO DOPO DI NOI.

1 commento:

mauro ha detto...

Il tema famiglia è importante , sono d'accordo con voi. Ho 5 figli. Ma se impostate tutto il problema in termini ideologici si va poco lontano. Se un certo, sciocco, libertarismo viene dal '68 (è vero!), l'edonismo, la rincorsa ai soldi, l'ideologia del vincitore etc. sembra più venire dal berlusconismo che dai figli dei fiori! E allora meno ideologia e più attenzione ai giovani e alle famoiglie come sono davvero: in questo dibattito mi ci sento!