sabato 17 marzo 2012

QUESTA POLITICA NON CI REGALA PIU' GRANDI EMOZIONI

"LA VOCE DELLA TOSCANA"

QUESTA POLITICA NON CI REGALA PIU' GRANDI EMOZIONI


Dott. Giuseppe Torcivia



Pare che il concetto di moralità pubblica abbia perso valore. Il comportamento immorale di alcuni politici hanno creato uno scenario, consentitemi, che genera vergogna e disgusto. Ciò che offende il cittadino non è tanto il potere quanto l'arroganza nell'esercitarlo.

Ci troviamo a parlare di politici "trasformati in immobiliaristi", amanti del lusso sfrenato, di alberghi a 5 stelle, di pranzi e cene a costi vertiginosi, di una vacanza da 80.000 euro, di due antipasti di pesce costati 280 euro, somma occorrente ad una famiglia per la spesa di una settimana, la metà di una pensione sociale!!!.

Questa politica trasforma in una professione il mestiere di chi non ha un mestiere. Genera politici che non trasmettono alcun ideale, il nulla.

Uomini prigionieri della loro voracità, uomini paurosi e parlamentari "nominati" e affamati di potere.

La loro inaffidabilità, la loro vanità superano ogni immaginazione. Altro che mancanza di "quid" , con qualcuno ci troviamo di fronte a grandi spregiudicati, a veri predatori di denaro pubblico.

Il Paese merita ben altro: lealtà, responsabilità, affidabilità sono alla base di una sana politica.

Molti sono insensibili, sordi e ciechi. Drogati di potere non più in grado di capire che per chiedere i sacrifici ai cittadini occorrono consenso e credibilità. Se non si azzerano i loro privilegi, se non si attuano veramente i tagli della politica non si hanno né l'uno e né l'altra.

Questa politica manca di spirito di reciproca fiducia che è necessario esserci nei rapporti tra i politici ed i cittadini.

Questa politica manca di grande sensibilità e amore per la gente. Crea solo gruppetti di amici, cerchia ristretta di capi e capetti, cordate per traffici di ogni genere e disegni non positivi.

Rende siderale la distanza dei politici e partiti dai bisogni del cittadino.

Questa politica manca di autorevolezza, credibilità, onestà e la sua sconfitta, purtroppo, è la sconfitta della democrazia.

Il Paese ha veramente necessità di uomini politici spinti da grande spirito di servizio.

Il Paese ha bisogno di una politica che susciti grandi emozioni.

Ricordo sempre l'incontro con un sindaco di un piccolo paese del Sud e le sue parole. Mi diceva: il momento più bello per un amministratore è quando si supera ogni divisione e contrapposizione e si riesce a lavorare nell'interesse del proprio paese. La più grande soddisfazione per una classe politica è quella di far raggiungere alla propria comunità gli obiettivi prefissati senza lasciare indietro nessuno. Riuscire a fare sempre più efficace lavoro di squadra, superando i piccoli campanilismi inopportuni e deleteri.

Ecco il vero spirito di servizio che deve albergare in ogni responsabile della politica (direi in tutti coloro che gestiscono la res pubblica) e motivarne ogni loro azione: anteporre gli interessi della propria bottega agli interessi generali.

La credibilità, l'umiltà, l'onestà sono tutto, in politica.

(*) ENRICO DE NICOLA,eletto capo provvisorio dello stato il 28.6.1946,prese così sul serio la sua provvisorietà del suo ruolo che non solo non si insediò al Quirinale,ma nemmeno ritirò mai il suo appannaggio di 11 milioni annui,e fece il presidente pagando di tasca sua.

ALCIDE DE GASPERI per andare in America nel 1947,si vedrà regalare due valigie da una ditta per non farlo sfigurare,e il cappotto glielo regalò l'amico di partito Attilio Piccioni.

PIETRO NENNI solo al momento di diventare ministro degli esteri compra finalmente due vestiti scuri e un cappello a falde larghe.

SILVIUS MAGNAGO il giorno stesso in cui lasciò la presidenza della Provincia di Bolzano,a differenza di tanti consoli e proconsoli della nostra casta politica, restitui l'autoblu e nonostante avesse 77 anni con le stampelle e una gamba sola (una persa in Russia durante la guerra) si rimise al volante della sua macchina personale.

SANDRO PERTINI futuro Presidente della Repubblica,insieme ad altri parlamentari,furono soci di una cooperativa che tirò su due edifici bruttissimi in piazzale dei Navigatori,lungo lo stradone che porta all'EUR.Sotto casa non erano parcheggiate auto di lusso,ma utilitarie.Pertini aveva una 500 di colore più o meno rosso ruggine.

DOMENICO MENICHELLA,governatore della Banca d'Italia,dopo essersi dimezzato stipendio e liquidazione e ridotto la pensione,lasciò agli eredi un opuscolo : " Come è che non sono diventato ricco ".

(*) FONTE : " LA CASTA " di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella.

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