lunedì 12 aprile 2010

Carità nella verità

12 aprile 2010
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Ora esaminiamo il ruolo geopolitico e geo economico assunto dalla Chiesa Cattolica con il Pontificato di Benedetto XVI.

Ad iniziare dal convegno di Anagni di due anni or sono, avevamo sguainato la spada, non per ripetere gli errori del passato con Crociate contro i fratelli mussulmani, ma per difendere i nostri valori, che sono la vita dei nostri cari, dei nostri nonni, mogli, figli, nipoti, la ragione stessa della nostra vita su questa terra da un diavolo subdolo ed infame che vogliamo chiamare per nome, il profitto, l'arricchimento a scapito di altri, lo sfruttamento dell'uomo su altri uomini destinati alla povertà, alla fame, all'impossibilità di accedere al bene supremo, la cultura, unica arma che può rendere liberi gli schiavi e gli oppressi, può portare popoli e nazioni verso il benessere e la riscoperta delle proprie radici e valori e ricordarne l'appartenenza alla natura di cui siamo un tutt'uno, non un qualcosa che va sfruttato e distrutto a solo vantaggio del genere umano e che alla fine si auto difende mettendo in forse la stessa sopravvivenza del genere umano o parte di esso.

L'armonia che il Grande Architetto dell'Universo amato con nomi diversi dai Buddisti, dagli Ebrei, dai Mussulmani, dagli Animisti, dai Cristiani e in fin dei conti dagli stessi Atei è ora messa in pericolo da famelici individui che pensano con egoismo solo alle proprie azioni, agli investimenti fatti, ai dividendi di fine anno. Ma non è il danaro il fine della vita, il danaro e solo una merce che si compra e si vende e serve ad acquistare quello che ci serve per vivere in modo dignitoso con l'essenziale senza sprechi, non vogliamo uscire da questa crisi ricostruendo quella società dei consumi che ha portato milioni di famiglie a non avere la certezza del lavoro o il lavoro stesso. Lavorare è il nostro obiettivo per mantenere i nostri cari e farne nascere altri perché i figli sono la nostra ricchezza,il nostro futuro, la continuità della nostra stessa vita e vogliamo che nessuno osi lasciarli a scuola senza pranzo perché i genitori non hanno potuto pagare la retta prevista.

Contro questi nuovi diavoli dobbiamo, è nostro dovere sguainare la spada per assicurare la sopravvivenza dei nostri figli e la possibilità di mettere a loro disposizione gli strumenti culturali per una crescita morale e materiale delle future generazioni.

Già al convegno di Anagni, quasi un presagio, prima della pubblicazione di Caritas in Veritate, ascoltando le forti parole del Pontefice Tedesco pronunciate in terra d'Africa, tra i poveri e derelitti, contro lo sfruttamento capitalistico e imperialista delle multinazionali che tutte le risorse del continente depredano impunemente da secoli senza nulla lasciare alle popolazioni endemiche nemmeno la loro tradizionale cultura nomadica che aveva consentito per millenni l'armoniosa vita in simbiosi con la natura, avevamo denunciato il criminale disegno dei mandanti, i padroni delle multinazionali che usando gli strumenti da loro comprati come parte della stampa e dei giornalisti lanciarono un ignobile e vigliacco attacco, come solo il diavolo sa ordire, contro le parole e gli intenti di grande umanità e giustizia propagati da Papa Benedetto XVI in terra d'Africa. Ma eravamo solo all'inizio e giusta e lungimirante è stata la nostra denuncia forte e severa come un Cavaliere Teutonico è abituato a fare contro le forze del male, i profittatori, i capitalisti senza scrupoli che dalla crisi che hanno provocato con una illusoria e sbagliata globalizzazione del consumismo, vorrebbero uscirne ripercorrendo la strada del passato quella che pone al centro dei valori il profitto e non l'uomo.

Ma questi individui e i loro prezzolati che imbrattano i giornali colpendo chiunque si opponga al loro criminoso disegno di difesa ad oltranza degli interessi di pochi contro i bisogni di molti, devono sapere che i tempi sono cambiati, che la strada è stata segnata dalla anche dalla "Caritas in Veritate", che al centro della ricostruzione noi vogliamo, la Chiesa lo vuole, il popolo lo vuole, il Sommo Pontefice lo indica che ci deve essere il rispetto per la vita, la fratellanza, l'uguaglianza e la libertà. Troppi processi e condanne mediatiche manovrate da potenti hanno colpito innocenti anche nelle nostre fila, questo non è più tollerabile. I reiterati attacchi contro Papa Benedetto XVI, contro i Cardinali, i Vescovi, i Sacerdoti sono voluti e guidati da un unico burattinaio, colui e coloro i quali non vogliono perdere i privilegi della ricchezza accumulata con il furto e lo sfruttamento e non condividono i nostri obiettivi per uno sviluppo armonico ,essenziale, spirituale dell'individuo non forviato da falsi idoli e frivoli consumi sostenuti da una campagna mediatica che tende a colpire la Chiesa Cattolica promuovendo una immagine della società tramite giornali e televisione che propone la mercificazione della donna e dell'individuo senza cultura, senza ideali, senza una anima ma solo con l'obbiettivo di un futile apparire per gli occhi altrui.

Carità nella verità, questo è il nostro motto, non avidità mercantile ma suddivisione della ricchezza senza distinzione di credo religioso o politico o razziale che sia. Devono bruciare all'inferno per l'eternità coloro i quali si sono arrogati il diritto di decidere quale è il bambino delle nostre scuole che può mangiare e quale no, non possiamo definirla barbaria per rispetto di quelle popolazioni che in modo improprio così venivano definite, oggi accade di peggio non ci sono parole per definire l'atteggiamento che alcuni hanno nei confronti dei deboli, dei diversi, degli immigrati, di tutti coloro che soffrono e cercano una luce di speranza per i loro figli.

Cavalieri, noi dobbiamo essere quella luce assieme e a difesa dei credenti che qualcuno vorrebbe rimettere nella arena dei leoni. Studiamo la storia per prevedere il futuro questo cari fratelli cavalieri è il momento della spada per spezzare quella corda che vorrebbe soffocare le parole del Pontefice, dei Cardinali, dei Vescovi, dei sacerdoti e di tutti gli Uomini di buona volontà. L'apertura moralmente responsabile alla vita è una ricchezza sociale ed economica e la centralità della famiglia è il motore dello sviluppo.

Concludiamo, dedicando agli scribi prezzolati che vogliono infangarci, le parole dell'Apostolo Paolo : La carità non sia ipocrita; detesta il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.

Don Aldo G.B. Colleoni
Cavaliere di Collare di Giustizia dell'Ordine Teutonico Dinastico
Gran Priore per il Friuli - Venezia Giulia e il Veneto e Prefetto per la MONGOLIA, Ministro Plenipotenziario dell'Ordine per gli Affari Esteri



Antica Preghiera dei Cavalieri Teutonici

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