giovedì 1 maggio 2008

Piazza San Lorenzo - che non diventi una discarica!











Un turista ha immortalato la facciata della Chiesa di San Lorenzo di Poggibonsi. Certamente non andrebbe a fotografare il retro della medesima chiesa (Piazza San Lorenzo). Pur essendo nel pieno centro storico, sotto le finestre del Comune, nei d'intorni dell'edificio, anch'esso portatore di un valore storico culturale, spesso e volentieri si crea una discarica, non parliamo delle scale piena di erbacce. La piazza è già piccola di suo, ci sono 4 contenitori per l'immondizia circondati con dei rifiuti vari.
Appelliamo alla coscienza dei cittadini e al loro buon senso di civiltà che non lascino i sacchetti ed altro fuori dai cassonetti (vi abitano le persone che subiscono tutte le inconvenienze della discarica di fronte alle finestre), chiedendo anche alle autorità competenti di prestare più attenzione al retro della Chiesa di San Lorenzo che dopo i bombardamenti di Poggibonsi nell'ultima guerra per i poggibonsesi è divenuta un fiore all'occhiello: basta ricordare il Crocifisso salvato dai comunisti locali.
Qui potrete vedere le foto di Poggibonsi, fatte da turisti.

4 commenti:

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LA FAMIGLIA DE' MEDICI -
a cura del dott. Fabrizio Gabrielli.
La più celebre famiglia fiorentina governò Firenze dal secolo XV al 1737. Discesero dal Mugello a Firenze al principio del secolo XIII. Nel corso di quel secolo passarono dal popolo minuto a quello grosso: un Ardingo de' Medici nel 1291 è priore delle arti, nel 1296 gonfaloniere di giustizia. Nel novembre 1301 gente di casa Medici (di tradizione guelfa e di parte Nera) inizia un attacco a mano armata contro i Bianchi. Nella seconda metà del secolo XIV i Medici figurano tra le famiglie principali della parte popolare, avversa all'oligarchia degli Albizi. Personaggio di grande importanza fu Salvestro di Alamanno che, gonfaloniere, nel 1378 capitanò il tumulto dei Ciompi. Fu quindi esiliato e richiamato per morire nel 1388. Vieri di Cambio fu pure caro al popolo, che l'avrebbe voluto nel 1393 a capo di un'insurrezione: Machiavelli dice che, se avesse voluto, avrebbe potuto farsi signore di Firenze. Si adoperò invece a ristabilire la quiete e morì nel 1395. Questi Medici non appartenevano al ramo che prese il nome di Medici di Cafaggiolo (nel Mugello).

Stemma dei Medici

Possiamo iniziare la genealogia di questo ramo dei Medici da Averardo detto Bicci, nonno di Cosimo il Vecchio, vissuto intorno alla metà del secolo XIV. Il figlio, Giovanni di Bicci (1360-1429), fu il fondatore della grandezza economica dei Medici di Cafaggiolo, grazie alla sua operosità come mercante e banchiere. Verso il 1400 era considerato uno dei più ricchi banchieri d'Italia. Ebbe incarichi politici, soprattutto ambasciate; nel 1421 fu gonfaloniere e seppe mantenersi in rapporti abbastanza buoni con l'oligarchia dominante (Niccolò da Uzzano e Rinaldo degli Albizi), ma si fece al tempo stesso una larga clientela nel popolo minuto. Caritatevole, si distinse specialmente per l'assistenza dei malati nell'epidemia del 1417. Contribuì anche all'erezione della Chiesa di S. Lorenzo in Firenze.

Giovanni di Bicci ebbe da Piccarda de' Bueri, Cosimo e Lorenzo. Cosimo il Vecchio (1389-1464) iniziò la serie dei Medici che, dapprima senza titolo formale, tennero la signoria di Firenze; da Contessina de' Bardi Cosimo ebbe Piero e Giovanni. Piero il Gottoso (1414 o 1416-1469), che aveva ereditato dal padre l'uricemia, fu educato dai migliori umanisti del tempo, ebbe gusti artistici e praticò il mecenatismo già prima di succedere al padre.

L'altro figlio di Cosimo il Vecchio, Giovanni (1421-1463), premorto al padre, attese alla banca e al commercio; ma anche s'interessò agli studi e alle arti, e soprattutto amò i divertimenti, occupandosi poco di politica. Piero il Gottoso, morto precocemente a causa della sua malattia ereditaria, ebbe da Lucrezia Tornabuoni 7 figli: tre femmine, poi Lorenzo e Giuliano e altri due maschi di cui è ignoto anche il nome. Lorenzo il Magnifico (1449-1492), che ebbe vita ancor più breve del padre, sempre per la stessa malattia, e Giuliano (1453-1478) vennero proclamati alla morte del padre "prìncipi dello Stato". Giuliano ebbe poca parte nel governo. Amò le arti e la cavalleria: la giostra da lui tenuta in Piazza Santa Croce nel gennaio 1475 fu cantata dal Poliziano nelle famose Stanze; fu ucciso da Francesco de' Pazzi e Bernardo Bandini il 26 aprile 1478 in Santa Maria del Fiore a Firenze. Delle figlie di Piero il Gottoso ricorderemo Bianca, andata in moglie a Guglielmo de' Pazzi. Questi non partecipò alla congiura contro il cognato, ma fu tuttavia esiliato.

Lorenzo il Magnifico ebbe da Clarice Orsini (sposata nel 1469) sette figli, di cui tre maschi: Piero (1472-1503), Giovanni (1475-1521), che divenne poi papa Leone X, Giuliano (1479-1516). Il primo successe al padre nel governo di Firenze e gli fu ancor più inferiore di quanto il nonno Piero era stato inferiore a Cosimo il Vecchio. Si strinse con il re di Napoli, distaccandosi da Ludovico il Moro, reggitore di Milano, e fu tra gli oppositori della spedizione di Carlo VIII. Ma allorquando i francesi si approssimarono ed ebbero presa Fivizzano, si recò a incontrare Carlo e gli accordò la consegna delle fortezze di confine, di Pisa e di Livorno, e il pagamento di 200.000 fiorini. I Fiorentini, all'annuncio della pace umiliante, cacciarono i Medici (9 novembre 1494); da allora Piero fece una serie di tentativi, coadiuvato per lo più dal fratello Giuliano, per rientrare a mano armata in Firenze (1497, 1498, 1501, 1502), ma essi furono sempre vani. Postosi al seguito delle milizie francesi, morì durante la ritirata dopo la rotta del Garigliano affogando nel fiume (29 dicembre 1503) e fu sepolto nell'abbazia di Montecassino. Giovanni de' Medici fu il papa Leone X. Giuliano rientrò, primo della famiglia, in Firenze, il 31 agosto 1512.

Delle figlie di Lorenzo il Magnifico, Lucrezia (1470-ca. 1550) sposò Jacopo Salviati: da essi nacque Maria, moglie di Giovanni delle Bande Nere; Maddalena (1473-1519) sposò nel 1488 Franceschetto Cybo, figlio naturale di Innocenzo VIII; dal loro figlio Lorenzo vennero i Cybo-Malaspina. Giuliano di Piero ebbe un figlio naturale da Fioretta Gorini, Giulio (1477 o 1478-1534), che fu papa Clemente VII. Piero di Lorenzo ebbe da Alfonsina Orsini (sposata nel marzo 1488) Lorenzo, duca d'Urbino (1492-1519) e Clarice (1493-1528), moglie di Filippo Strozzi, il fuoruscito fiorentino messo a morte dal duca Cosimo. Giuliano, duca di Nemours, ebbe un figlio naturale, Ippolito (1511-1535), che nel 1527 ebbe nominalmente il governo di Firenze insieme con Alessandro, fu cacciato nello stesso anno e nel 1529 venne fatto cardinale. Dopo la morte di Clemente VII divenne a Roma centro dell'opposizione contro Alessandro e pose presso Carlo V la sua candidatura al governo di Firenze. Morì a Itri il l0 ottobre, si disse fatto avvelenare da un sicario di Alessandro, ma pare senza fondamento. Da Lorenzo duca di Urbino e da Maddalena de La Tour d'Auvergne (sposata nel 1518) nacque Caterina (1519-1589), poi regina di Francia. È ritenuto per lo più figlio illegittimo di Lorenzo duca d'Urbino, Alessandro (1510-1537) che sposò nel febbraio 1536 Margherita, figlia naturale di Carlo V, ma non ebbe prole legittima. Con Alessandro ha termine il primo ramo dei Medici di Cafaggiolo.

Lorenzo (1395-1440), fratello minore di Cosimo il Vecchio e capostipite del secondo ramo, non ebbe importanza politica. Fu condannato all'esilio con il fratello, e da Venezia tornò con lui a Firenze. Ebbe cariche e ambasciate; praticò anch'egli il mecenatismo e coadiuvò tal une delle imprese di Cosimo, per esempio la costruzione della Chiesa di San Lorenzo. Da Ginevra Cavalcanti ebbe Pierfrancesco e Francesco. Questo secondo non lasciò figli.

Pierfrancesco il Vecchio (1430?-1476) attese al commercio, con il quale arricchì la famiglia, e si occupò di politica ancor meno del padre. Da Laudomia Acciaioli ebbe quattro figli di cui vanno ricordati Lorenzo (1463-1503) e Giovanni (1467-1498). Ambedue furono in contrasto con Piero di Lorenzo il Magnifico e furono confinati in villa (1494); ruppero il confino e si recarono da Carlo VIII che aizzarono contro Piero; eccettuati dalla cacciata dei Medici avvenuta di lì a poco, cambiarono il casato e lo stemma, assumendo il nome di Popolano e la croce rossa (fiorentina) con la corona reale (francese).

Lorenzo ebbe da Semiramide Appiano (dei signori di Piombino) cinque figli. Il quarto, Pierfrancesco il Giovane (1487-1525) dissestò il patrimonio familiare; si riconciliò con i Medici del ramo maggiore, ma senza prender parte alla politica. Giovanni il Popolano, inviato ambasciatore da Firenze a Caterina Sforza vedova Riario, ne divenne l'amante e poi il marito segreto. Nacque da loro Giovanni delle Bande Nere (1498-1526).

Pierfrancesco il Giovane ebbe da Maria Soderini quattro figli. Il primo fu Lorenzino (1514-1548), l'uccisore del duca Alessandro. Le sorelle di questo, Laudomia e Maddalena, sposarono Piero e Roberto Strozzi figli di Filippo; Giuliano, intermedio fra le due sorelle (1520 o 1521-1588), militò con Piero Strozzi nella difesa di Siena, quindi passò allo stato ecclesiastico e, protetto da Caterina de' Medici, fu vescovo di Béziers e di Aix.

Da Giovanni delle Bande Nere e da Maria Salviati, che ebbe per nonno materno il Magnifico nacque Cosimo I (1519-1574), il granduca. Questi dalla prima moglie Eleonora di Toledo (sposata nel giugno 1539) ebbe 12 figli, 7 maschi e 5 femmine; inoltre 2 figli naturali, Giovanni e Virginia, questa seconda da Camilla Martelli, poi sposata in seconde nozze. Dei figli legittimi maschi vanno ricordati Francesco I (1541-1587) e Ferdinando I (1549-1609), granduchi; Giovanni, cardinale (1543-1562), e Garzia (1547-1562), morti ambedue di febbre malarica a qualche settimana di distanza e di cui si favoleggiò che il primo fosse stato ucciso dal secondo, il quale sarebbe stato a sua volta ucciso dal padre. Delle figlie, Isabella (1542-1576) andò sposa a Paolo Giordano Orsini, duca di Bracciano; trascurata dal marito, divenne l'amante del cugino di lui Troilo Orsini (la loro corrispondenza amorosa è stata ritrovata dal Pieraccini), e, secondo ogni probabilità, fu uccisa dal marito nella villa di Cerreto Guidi.

la famiglia dei Medici

Francesco I dal primo matrimonio con Giovanna d'Austria (il secondo fu quello con Bianca Cappello) ebbe sei figlie e un maschio, Filippo, ma sopravvissero al padre solo Eleonora (1567-1611) andata sposa a Vincenzo I Gonzaga, duca di Mantova; e Maria (1575-1642), seconda moglie di Enrico IV, re di Francia.

Da Ferdinando I e da Cristina di Lorena nacquero cinque maschi e quattro femmine. Ricorderemo dei primi, oltre il primogenito e successore Cosimo I (1590-1621), Carlo (1596-1666), cardinale nel 1615, visse prevalentemente a Roma prendendo parte attiva agli affari ecclesiastici e ai conclavi. Delle seconde, Caterina (1593-1629), moglie di Ferdinando Gonzaga, duca di Mantova, e Claudia (1604-1648) sposata in prime nozze a Federico Ubaldo della Rovere, figlio di Francesco Maria II premorto al padre (1623), matrimonio da cui nacque Vittoria; e in seconde nozze all'arciduca Leopoldo d'Austria.

Cosimo II ebbe da Maria Maddalena d'Austria cinque maschi e tre femmine. Il primo maschio, Ferdinando I (1610-1670) successore nel granducato, sposò la cugina Vittoria della Rovere. Il secondo, Giovanni Carlo (1611-1663), fu fatto cardinale nel 1644; appartenne al cerchio di Cristina di Svezia, stabilitasi in Roma. L'ultimo, Leopoldo (1617-1675), fatto cardinale nel 1667, fu il fondatore, il presidente e il mecenate dell'Accademia del Cimento (1657-67), coltivò egli stesso le scienze e fu in corrispondenza con i più celebri scienziati d'Europa. Ebbe una magnifica libreria aperta agli studiosi, di cui fu bibliotecario Antonio Magliabechi; fu collezionista d'arte e di antichità. Prese anche molta parte sotto il fratello Ferdinando nelle cose del governo. Delle figlie di Cosimo II ricordiamo Margherita (1612-1679) andata sposa a Odoardo Farnese, duca di Parma.

Ferdinando II ebbe da Vittoria della Rovere tre maschi e una femmina. Il primogenito Cosimino, nato prematuro, morì dopo appena due giorni (1639) e Cosimo III (1639-1723) fu il successore del padre. È noto come egli segni la piena decadenza del granducato mediceo. Il quartogenito, Francesco Maria (1660-1711), ebbe il cappello cardinalizio nel 1686 e fu influente, secondo la tradizione dei cardinali medicei, nei conclavi del 1689 (Alessandro VIII) e 1700 (Clemente XI). Fu "maestro di conviti e di baldorie"; infine, nell'interesse della successione del granducato, depose il cardinalato e sposò (1709) a 48 anni la ventitreenne Eleonora Gonzaga dei duchi di Guastalla. Ma il matrimonio fu sterile.

Cosimo III, dal matrimonio con Margherita Luisa d'Orléans, ebbe tre figli. Il primo, Ferdinando (1663-1713), colto, mecenate di liberi spiriti, gaudente e dedito agli amori, premorì al padre. Il matrimonio di lui con Violante Beatrice di Baviera fu sterile. La secondogenita Anna Maria Luisa (1667-1743) andò sposa a Giovanni Guglielmo elettore palatino. Vedova (1716) e priva di figli tornò in Toscana. Una decisione di Cosimo III del 26 novembre 1713 l'aveva chiamata a succedere a Gian Gastone. Ma l'Imperatore Carlo VI dichiarò che il granduca non poteva disporre della Toscana feudo imperiale; in un secondo tempo si mostrò disposto ad accettare la successione di Anna Maria, purché si stabilisse quale casa sarebbe successa a lei. Le trattative fra Imperatore e granduca non si conclusero; intervennero poi le altre potenze (e l'Austria aderì) a imporre la successione di Don Carlos, figlio di Filippo Vedi Elisabetta Farnese (la cui bisnonna paterna era Margherita Medici, figlia di Cosimo II; v. sopra). Ulteriori tentativi di Cosimo III per far valere la successione della principessa palatina furono vani.

Il terzogenito di Cosimo III, Gian Gastone (1671-1737), fu l'ultimo granduca mediceo e segnò anche l'ultimo grado di avvilimento della stirpe e del governo. Da Giovenco de' Medici, fratello di Chiarissimo, padre di Averardo detto Bicci (morto nel 1320), discesero altri rami medicei. Da uno di essi derivarono i tuttora esistenti marchesi della Castellina; da un altro, cui appartenne papa Leone XI (1605), discesero i duchi di Sarno, anch'essi viventi.

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rtedì 6 maggio alla RSA 'Dina Gandini' festa di compleanno per una persona molto speciale

A Poggibonsi grande festa per un'ultracentenaria: 108 le candeline su cui soffiare02-05-2008 ULTRACENTENARIA | Grandi festeggiamenti martedì 6 maggio alla RSA 'Dina Gandini' di Poggibonsi in Via carducci,3.
Nella Residenza Sanitaria Assistenziale, infatti, si festeggia il compleanno di una persona molto speciale. Una persona che ha visto entrambe le due grandi guerre, la nascita della Repubblica Italiana e numerose invenzioni come la televisione o l'aeroplano.
L'anziana in questione è nata proprio a inizio Novecento e vanta la veneranda età di 108 anni.
A partire dalle 15.30 per celebrare l'eccezionale evento il pomeriggio in Residenza sarà animato dai clown, e da un rinfresco con menu speciale in suo onore.

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Saltato traffico di banconote false. L'indagine ha coinvolto anche la Val d'Elsa ed il mondo dei cavalli.


Saltato traffico di banconote false. L'indagine ha coinvolto anche la Val d'Elsa ed il mondo dei cavalli06-05-2008 DENARO FALSO | E' partita da Poggibonsi l'operazione che ha portato in questi giorni a stroncare un giro di banconote false, con arresti e perquisizioni in tutta Italia. La Polizia di Siena aveva accolto qualche mese fa le denunce di commercianti valdelsani per la presenza in doti massicce di pezzi da 50 euro, molto simili all'originale ma contraffatti. Da questi fatti sono partite le indagini che hanno portato a 6 arresti e con 26 perquisizioni nelle province di Napoli, Siena, Oristano, Nuoro, Bologna, e Perugia. Il percorso delle banconote partiva da Napoli, dove un dipendente dell'Amministrazione Provinciale riforniva mezza Italia di banconote false. Nella rete degli inquirenti è finito Giorgio Giornelli, il "Drago della Valdelsa", proprietario di cavalli di Poggibonsi, il referente in Val d'Elsa dell'organizzazione. Ed il mondo dei cavalli, anche senese, è uno dei palcoscenici particolarmente colpiti, si parla di frodi nel mondo delle corse regolari e clandestine. Nel corso dell'inchiesta infatti sono state sequestrati, oltre a 10 mila euro di banconote false, cento documenti in bianco utilizzati per attestare l'identità dei cavalli, nonchè un kit per installare dei chip elettronici sotto la cute degli animali, anabolizzanti e farmaci vietati.

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"Domenica primo giugno la Lega Nord e il suo popolo si ritroveranno sul sacro prato di Pontida, per il tradizionale raduno di giugno, per festeggiare la grande vittoria del 13 e 14 aprile e per mantenere un impegno preso proprio a Pontida, una settimana prima del voto, quando i candidati leghisti per il Parlamento giurarono solennemente fedelta' alla propria terra e alla propria gente davanti all'Abbazia di Pontida". Lo afferma Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord. "Il 5 aprile eravamo stati a Pontida, all'Abbazia, per far prestare un giuramento solenne ai nostri candidati al Parlamento. Questa volta a giurare saranno gli eletti, che si impegneranno davanti al popolo padano, giurando fedelta' alla propria terra e alla propria gente. Il grande raduno di Pontida sarà poi l'occasione per festeggiare lo strepitoso successo elettorale ottenuto dal Carroccio alle ultime elezioni Politiche. A Pontida - conferma Calderoli - festeggeremo questa grande vittoria e visto il risultato elettorale, visto l'entusiasmo che c'e' tra la gente e visto il clima di entusiasmo e ottimismo che si respira in Padania possiamo facilmente prevedere che questo raduno sarà un evento storico, con una partecipazione senza precedenti. Sarà una grande festa della Padania, perché la Padania è grande